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FESTA DELLA DONNA 2022: REBECCA FIORDALISI X CHECKPOINT

Da oggi in negozio, in occasione della Festa della Donna 2022 presentiamo delle t-shirt uniche, nate dalla collaborazione locale con l’artista con Rebecca Fiordalisi. Queste t-shirt rappresentano in modo ironico, con l’intreccio di parole e tratti grafici, alcuni dei cliché del mondo femminile: troverete infatti il succo d’ansia, un cuore umano che all’esterno ha le spine del cactus e un vasetto di yogurt contenente il 100% di acidità. Le immagini disegnate da Rebecca sono dirette e semplici ma nascondono come ogni donna un universo di significati e ragioni, per questo e per capire meglio il suo universo l’abbiamo intervistata.

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“Ciao Rebecca, raccontaci chi sei e da dove vieni”

“Mi chiamo Rebecca, in arte Rebecca Fiordalisi. Fiordalisi non è il mio vero cognome ma è quello assegnato a mio nonno paterno prima dell’adozione dalle suore dell’orfanatrofio. L’ho scelto come alias perché mi ricorda sempre quella parte di me che continua a perseverare ogni giorno nel tentativo di scoprire chi è veramente. Ognuno di noi dovrebbe poter esprimere la propria individualitàsenza farsi caratterizzare dagli errori dei propri genitori, dal tipo di educazione ricevuta, dalla società e neanche tantomeno da un cognome.

Ho quasi 25 anni, me ne sento molti di più ma ne dimostro molti meno. Effettivamente per questo motivo è sempre stato difficile per me essere presa sul serio in alcuni contesti. Purtroppo l’aspetto, nella nostra società, ha ancora un peso molto grande quasi più delle competenze o delle qualifiche di una persona. Sono in un’età di transizione e di scoperta perciò non saprei rispondere alla classica domanda del tipo “come ti vedi tra cinque anni” perché me lo chiedo già da sola ogni cinque anni da quando avevo dieci anni e ho cambiato idea in continuazione perciò, chi lo sa.”

“Parlaci dei tuoi studi e delle tue passioni”

“Dopo aver capito che il liceo scientifico non era per niente la mia strada mi sono iscritta all’Alma Mater Studiorum di Bologna, dove sogno ancora di abitare, per studiare Lettere Moderne creando un curriculum prettamente artistico. Attualmente sto lavorando presso l’Ufficio Cultura di un Comune e mi occupo principalmente dell’area relativa alla comunicazione e ai social media per promuovere eventi culturali e didattici. Sicuramente ho tutta l’intenzione di continuare la mia formazione in campo artistico.

Ho sempre avuto una propensione per tutte le attività creative. Scrittura, lettura, disegno, fotografia e arte in generale, di tutti i tipi.

Ho sempre amato scrivere. Inventavo storie ancor prima di sapere l’alfabeto. Ricordo che riempivo diari pieni di scarabocchi facendo finta che qualcuno sarebbe stato in grado di decifrare le mie fantasie.

Ho sempre amato anche il disegno. Il disegno a matita è il mio primo amore ma mi affascina anche la tecnica ad acquerello perché penso che rispecchi molto il mio modo di essere. Come gli acquerelli io sono calma, discreta, sensibile e silenziosa ma basta una goccia di acqua in più, mal dosata, nel colore, per incasinare tutto.”

“Com’è nata la tua passione per le illustrazioni?”

“Ho sempre scarabocchiato su un piccolo quadernetto di carta color panna con acquerelli e matite e mi sono approcciata alla tavoletta grafica digitale solo recentemente. La mia tavoletta grafica è un modello molto basico e così è anche il programma di grafica che utilizzo ma ci siamo capiti subito, io e lei. Dal primo tratto, il primo colore, la prima illustrazione io capivo lei e lei dava vita ai miei pensieri. Perciò penso sia stato amore a prima vista.”

“Parlaci delle tue illlustrazioni e del progetto “Moody”, dall’idea alla realizzazione.”

“Il progetto “Moody” nasce in seguito all’epidemia da Covid-19. Come tutti noi sappiamo è stato un periodo molto particolare durante il quale abbiamo avuto modo di restare soli con i nostri pensieri più tempo del solito, più tempo del dovuto. Io conosco solo un modo per esorcizzare i momenti di overthinking ovvero vomitare tutti i miei pensieri e le mie incertezze sulla carta, che sia attraverso la scrittura o con il disegno, io ho sempre fatto così. Perciò ho iniziato a progettare le mie illustrazioni seguendo il filo rosso dei miei pensieri legati all’immobilismo che stavo vivendo a causa di una pandemia globale che mi ha portato via fin troppe cose. L’ironia, che io definirei leggermente pessimista, è poi la caratteristica principale della maggior parte dei miei lavori perché è una componente che mi ha permesso sempre di affrontare le situazioni peggiori. “Moody” quindi raccoglie al suo interno un piccolo gioco di parole: attraverso le mie illustrazioni si può comprendere il mio “mood”, ovvero l’umore, sperimentato durante una reclusione forzata dovuta da una pandemia globale che, come potrete immaginare, non è stato di certo dei migliori. Poi c’è il senso generale della parola; “moody”, ovvero “lunatica”, caratteristica che sicuramente mi appartiene e che durante le fasi del lock down si è estremamente accentuata.”

“Le tue opere parlano anche di temi sociali, a volte invece si coglie una vena ironica. A cosa ti ispiri? E quali sono le tematiche che affronti?”

“Il soggetto principale delle mie illustrazioni penso di essere in realtà sempre io, con le mie impressioni nei confronti del mondo, le mie esperienze personali, i miei dubbi e soprattutto i miei momenti di fragilità. E’ come un diario segreto, un flusso di coscienza. Le tematiche sono per questo motivo le più varie perché rispecchiano la persona che sono: complessa, articolata e contradditoria. Sono anche una femminista intersezionale e penso che ovviamente ciò si specchi nei miei lavori ( o me lo auguro almeno). Ho avuto infatti il piacere di collaborare con una pagina che si occupa di femminismo e questioni legate al genere e mi piacerebbe proseguire nel mio lavoro anche in questo senso. Il mio obiettivo non è sicuramente quello di insegnare nulla a nessuno tuttavia mi piacerebbe poter normalizzare alcune questioni che sono ancora ritenute tabù all’interno della nostra società come per esempio il corpo delle donne, gli stereotipi che da sempre ci attribuiscono e le questioni legate alla salute mentale. Per esempio ho sofferto per molto tempo di attacchi di ansia e nonostante ne soffra la maggior parte della popolazione soprattutto tra i più giovani, rimane ancora un argomento di conversazione sensibile. Ho realizzato quindi un’illustrazione che rappresenta un succo ricolmo di ansia perché è così che immagino, al mattino, il mio cervello fare colazione. Normalizzare alcune tematiche ed esorcizzare alcune situazioni nonché sicuramente utilizzare l’ironia per abbattere gli stereotipi; sono questi probabilmente gli obbiettivi principali nascosti tra i tratti delle mie immagini.”

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“Parlaci del progetto con Checkpoint, com’è nato e che direzione ha?”

“Il progetto con Checkpoint è nato e si è sviluppato in tempi record, almeno per quanto riguarda questa nostra prima prova. E’ un progetto a più mani a cui abbiamo lavorato con entusiasmo per selezionare delle illustrazioni ironiche che potessero strappare un piccolo sorriso oltre che ad un’interessante riflessione a tutte le persone che vorranno portarsi a casa una delle nostre t-shirt. Mi auguro che l’amore che ci abbiamo messo traspaia in ogni maglietta che abbiamo progettato insieme.”

“Grazie Rebecca per il tuo tempo e per le tue parole. ci auguriamo di collaborare ancora con te per dar risalto ai tuoi progetti!”

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